venerdì 6 maggio 2011

Rumore di cucchiaini

Ci sono giorni che non ho nulla da dire e sforzarmi di farlo significherebbe comunque non dire nulla, e giorni che vomiterei fiumi di parole, e di conseguenza ne faccio uscire il più possibile per evitare si strozzarmici.
Oggi è uno di questi ultimi. Scriverei tre o quattro post uno dietro l'altro, ma, tranquilli, mi limiterò ad un paio.
Una frase che mi fa morire di piacere e d'amore è quella che mi dice spesso il mio ometto la mattina quando arriva in cucina: 'Mi sono svegliato con il rumore del tuo cucchiaino.' E me lo dice con un sorriso dolce e felice che è tutto un programma. Si, perchè dietro questa frase c'è il piacere di un gesto ripetuto, familiare, dolce come quello di una mamma che ti prepara la colazione, rassicurante come può esserlo un rito d'amore e accogliente come un bacio al risveglio.
Superfluo dire che le sveglie sono bandite da casa mia.
Adoro alzarmi prima di tutti per godere del silenzio e dell'attesa, per preparare la dolcezza da donare e di cui riempirmi. Si, perchè il tanto decantato amore, che tutto può e tutto muove, non serve tanto a riempire chi lo riceve, quanto chi lo prova e ne sente traboccare il cuore e di esso si sazia e si nutre.
E' vero non c'è niente di più egoistico dell'amare, ma non c'è altra forma di egoismo altrettanto giusta e potente.

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